Operaio in sciopero (io)

Operaio in sciopero (io)
Bologna 27/01/2011

Gli articoli scritti su l'Unità, e sul Mercurio!

Gli articoli di Giornale !

Proclami di facciata.
Quest'articolo è uscito sull'Unità di oggi,02/07/2009 a pagina 10.

Se ne parla tanto di sicurezza ma , a vedere ciò che accade tutti i giorni nel paese, pare che la sicurezza sia diventata un optional, in questo paese.
Ancora una volta ci troviamo a piangere delle vittime innocenti, per via dell'incuria generale circa il lavoro, il trasporto delle merci!!!!
Chissà cos'altro dovrà ancora accadere, per far capire che non si può andare avanti cosi!!
Vengono fatti tanti proclammi, ma alla fine sono solo di facciata, in realtà il tutto o quasi rimane come prima, come sempre, poi ci troviamo a contare i morti, che non avrebberò mai dovuto morrire!!!
Ma in che razza di paese viviamo, con quale corraggio ci deffiniamo un paese civile, se accadono incidenti tutti i giorni(per la sola ragione che gente normale si alza la mattina per andare a guadagnarsi il pane, per poi non far mai più ritorno a casa), se le leggi come al solito le facciamo per essere, e non per essere rispettate!
Abbiamo già il problema del lavoro che non c'è, poi con la scusa che manca il lavoro le aziende cercano di risparmiare , ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti!
Bastaaaaaa.....!
Tutti i morti di Viarreggio dovrebbe farci riflettere tutti, ma sappiamo che ancora una volta passata la rabbia, si tornerà come prima!
Non possimao continuare a ignorare il problema della sicurezza, ci vogliono pene severissime per chi la trascura(le leggi ci sono già, aspettiamo che qualcuno inizi a farle rispettare).



Articolo di Concita de Gregorio.
Gli amici se ne vanno


Naturalmente non c'è nessun complotto ai danni di Berlusconi. Non da parte della sinistra, come in modo piuttosto patetico il presidente del Consiglio vorrebbe far credere: sarebbe il primo caso al mondo di autogolpe, scriveva ieri Giovanni Maria Bellu, il presunto complotto essendo costituito dai comportamenti del premier medesimo. Caso Mills e corruzione eletta a sistema, voli di Stato e uso privato di beni pubblici, Noemigate - farfalline e minorenni - denunciato per primi dalla Fondazione Farefuturo di Fini e dalla moglie della vittima. Sono fatti. Quel che disturba Berlusconi è che ci sia qualcuno che li riferisce: «Io li rovino», ha detto qualche settimana fa ai suoi riuniti a palazzo Grazioli. Intendeva giornali e giornalisti. Sabato ha iniziato l'opera: ha chiamato l'industria italiana a non comprare pubblicità sui media (pochi) che non dipendono da lui. Pensa di rovinarli così, togliendo i soldi. È un sistema. Nella sua logica deve sembrargli l'unico: pagare o non pagare, questo è tutto. Non c'è nessun complotto, ovviamente, nemmeno da parte della destra come in modo altrettanto patetico i giornali e le tv che invece dipendono da lui (molti, quasi tutti) ieri cercavano di illustrare: non c'è un Bruto pronto ad accoltellarlo. È tutto molto più semplice. Silvio Berlusconi, lo abbiamo scritto il giorno del voto, ha perso le elezioni. La destra (in specie la Lega) le ha vinte, lui le ha perse: ha perso il plebiscito che si aspettava, quattro milioni di voti e sono stati meno di tre, il 45 per cento ed è stato il 35. Una sconfitta personale che era nell'aria da settimane. I nostri lettori ricorderanno che il 2 giugno, all'indomani del grande ricevimento al Quirinale, titolammo questa pagina «Assediato da se stesso»: al Colle uomini solitamente a lui vicini (ex alleati e attuali sottosegretari, signori dell'Opus Dei e centristi, ministri e imprenditori di gran nome) parlavano di una possibile sua sostituzione, al governo, all'indomani del voto. Perché i cattolici lo hanno abbandonato, perché Fini gli è ostile, perché la Lega è più forte. Per ragioni personali, anche: perché non sta bene, perché la passione per le ragazze occupa troppo del suo tempo. Dunque Letta, si diceva e si dice.
Letta che da molte settimane non si vede e tace. Letta o chiunque altro abbia la forza e il consenso necessario per fare da solo le riforme. Questo teme e sente Berlusconi: che gli suggeriscano di lasciar fare ad altri. Si infuria, allora: non è uomo capace di accettare sereno la quarta età privata e politica, l'idea di arretrare deve sembrargli una provocazione e un agguato. Piuttosto fa da solo e fa prima: fa subito. Così si capisce meglio cosa intenda Massimo D'Alema quando dice che potrebbe esserci «una scossa», un salto di qualità nella deriva autoritaria. Potrebbe farsi corrompere dal desiderio di mostrare il suo ultimo sussulto di vigore: battere il pugno adesso. Ci sono pessimi segnali, del resto: certe inchieste proseguono, i suoi plenipotenziari nel mirino, denunce in cammino che nemmeno Ghedini riesce a fermare. Allora serve un'opposizione pronta a fare la sua parte: vigile forte e reattiva, D'Alema ha ragione. Non distratta dalla battaglia precongressuale, per esempio. Un incoraggiamento a Franceschini, diciamo.


Divorziamo da lui

Pubblicata a pagina 4 de L'Unità del 1° Giugno 2009

Dopo il caso Noemi, è arrivato il sequestro delle foto di Villa Certosa. La prima domanda che mi faccio, da cittadino comune, è perché le foto sono state sequestrate? Ho letto che la motivazione è la presenza, in alcuni scatti, del presidente della Repubblica Ceca. Ma è una motivazione che non mi basta. In quelle foto c’è il anche il premier del nostro Paese che ha responsabilità dell’intera nazione. Se Berlusconi, come ripete, è accusato di una cosa che è sicuro di non aver fatto. E poi ognuno giudichi. Certo, abbiamo trovato conferma del suo stile. La morale è ben lontana da lui. E il messaggio che trasmette questa vicenda è davvero diverso dallo spirito con cui io cerco di educare ogni giorno i miei figli. Alle ragazze in coda a casa sua il premier promette di offrire tutto e subito. Ai miei figli, invece, io cerco di spiegare sempre che tutto ciò che di buono si costruisce nella vita va sudato.

Adesso a me non interessa che sia la signora Veronica a lasciare il marito. Sono gli italiani che devono divorziare dal signor B.


Perdere il lavoro a quaranta anni

Pubblicata a pagina 9 de L'Unità di Sabato 30 Maggio 2009

Purtroppo viviamo sulla nostra pelle le parole del governatore Marco Draghi. Io lavoro in una fabbrica di 40 dipendenti che costruisce gru idrauliche. Pochi giorni fa ci hanno annunciato che cinque artigiani esterni, a partita Iva, che da anni prestano servizio da noi, non lavoreranno più per l’azienda.

Parliamo di persone che hanno famiglia, un mutuo da pagare e, in molti casi, hanno superato i 40 anni. Come faranno adesso?

L’altro giorno mi ha telefonato una mia amica: Linda, 63 anni, di Roma. Ha perso da poco un figlio. E ha perso anche il lavoro. Era un’interinale: lavorava in un call center, ora l’hanno lasciata a casa. Lei è senza stipendio e senza ammortizzatori sociali. Con una nuora e due nipoti da mantenere. Sono in pensiero. Il governo deve mettere in campo misure concrete. Ad esempio incentivando le imprese che assumono gli over 40 licenziati, che fanno più fatica a rientrare nel mercato del lavoro.



Pubblicato sull'Unità del 25/08/2010 alla pagina 20!





Pubblicato sull'Unità dell'27/07/2010









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