Operaio in sciopero (io)

Operaio in sciopero (io)
Bologna 27/01/2011

Gli articoli scritti su l'Unità, e sul Mercurio!

lunedì 9 agosto 2010

Ecco chi ci governa!!!!

Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall'alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi in piedi.


Ed io, che mi faccio un mazzo cosi(grandissimo)per campare dovrei stare ancora a sentire questa cricca di pagliacci???
PS.A breve metterò di fianco per la par condico, anche quelli del centro sinistra!
Perchè a me di fare l'ipocrita non mi va!











Parlamentari e membri del governo cadono uno a uno, ma Berlusconi dice: "La legalità è la mia stella polare".

Ecco la lista di indagati e condannati del partito del premier
Il giorno dopo le parole di Gianfranco Fini “nessun incarico nel partito agli indagati”,Silvio Berlusconi ha lanciato la sua controffensiva, sostenendo impunemente: “La legalità è la mia stella polare”. Ma dalla carta d’identità con cui il Pdl si presenta a Camera e Senato si direbbe il contrario. Sono almeno 35 gli indagati o condannati che siedono in Parlamento nelle file del partito del premier, una questione morale che si è allargata con le ultime vicende relative agli appalti sulle grandi opere e con l’inchiesta sulla P3, che coinvolge moltissimi big: da Verdini a Cosentino, da Dell’Ultrial sottosegretario Caliendo. Eppure i probiviri vogliono processare l’eretico Fabio Granata.


Abrignani Ignazio (deputato): è stato indagato a Milano per dissipazione post fallimentare nelle indagini sulla bancarotta Cit, agenzia di viaggi dello Stato.

Berlusconi Silvio (premier): 2 amnistie (falsa testimonianza P2, falso in bilancio Macherio); 2 assoluzioni per depenalizzazione del reato (falso in bilancio All Iberian, Sme-Ariosto); 8 archiviazioni (6 per mafia e riciclaggio, 2 per concorso in strage); 6 prescrizioni; 3 processi in corso (frode fiscale Mediaset, corruzione in atti giudiziari Mills, frode fiscale e appropriazione indebita Mediatrade), tutti sospesi in attesa che la Consulta si pronunci sulla legge sul legittimo impedimento.

Berruti Massimo (deputato): condannato a 8 mesi per favoreggiamento per aver depistato nel 1994 le indagini sulle tangenti Fininvest.

Brancher Aldo (deputato): condannato in secondo grado per falso in bilancio e finanziamento illecito, reato prescritto (il primo) e depenalizzato (il secondo). È imputato anche per la scalata Bnl, per la quale i suoi legali hanno chiesto il legittimo impedimento nel breve periodo in cui è stato ministro per il Federalismo.

Caliendo Giacomo (senatore e sottosegretario): indagato nell’inchiesta sulla nuova P3.

Camber Giulio (senatore): condannato a 8 mesi per millantato credito nell’ambito della Kreditna Banka. Era accusato di aver preso 100 milioni di lire.

Cantoni Giampiero (senatore): ha patteggiato 2 anni per corruzione e poi per concorso in bancarotta fraudolenta.

Ciarrapico Giuseppe (senatore): 5 condanne definitive fin dagli anni ‘70 per falso e truffa.

Comincioli Romano (senatore): imputato per false fatture e bilanci truccati di Publitalia, poi prescritto. Nel 2008 la giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato respinge la richiesta di usare le intercettazioni delle sue telefonate con Stefano Ricucci per la scalata al Corriere della Sera.

Cosentino Nicola (deputato ed ex sottosegretario): accusato di legami con il clan dei Casalesi, il Parlamento ha negato la richiesta d’arresto. Indagato anche nell’inchiesta sulla P3.

De Angelis Marcello (deputato): condannato a 5 anni per banda armata e associazione sovversiva come dirigente del gruppo neofascista Terza Posizione.

De Gregorio Sergio (senatore): è stato indagato a Napoli per riciclaggio e favoreggiamento della camorra e corruzione.

Dell’Utri Marcello (senatore): sette anni in appello per concorso in associazione mafiosa per le contestazioni precedenti il 1992. È indagato a Roma nell’inchiesta sulla P3. È accusato di calunnia per aver ordito un piano per screditare alcuni pentiti palermitani che l’avevano accusato nel processo per associazione mafiosa. Deve anche riaffrontare il processo per tentata estorsione ai danni dell’imprenditore siciliano Vincenzo Garaffa.

De Luca Francesco (deputato): è stato indagato per tentata corruzione in atti giudiziari: il clan camorristico dei Guida si sarebbe rivolto a lui per un processo in Cassazione.

Farina Renato (deputato): ha patteggiato 6 mesi (pena commutata in una multa di 6.480 euro) per favoreggiamento nel processo per il sequestro di Abu Omar.

Fasano Vincenzo (senatore): condannato a 2 anni per concussione nel 2007, pena indultata.

Firrarello Giuseppe (senatore): arrestato e condannato in primo grado a Catania a 2 anni e 6 mesi per turbativa d’asta per le tangenti sulla costruzione dell’ospedale Garibaldi. Poi prescritto.

Fitto Raffaele (deputato e ministro): rinviato a giudizio per sei reati, prosciolto per altri cinque. Ancora aperti 2 casi di corruzione, un illecito nei finanziamenti ai partiti, 1 peculato da 190 mila euro e 2 abusi d’ufficio.

Grillo Luigi (senatore): L’assemblea del Senato ha negato l’uso delle intercettazioni nell’ambito della Banca popolare di Lodi. Prescritto a Genova per truffa per la Tav.

Landolfi Mario (deputato): è stato indagato per corruzione e truffa. Nella stessa inchiesta 5 pentiti chiamano in causa Nicola Cosentino.

Matteoli Altero (senatore e ministro): rinviato a giudizio per favoreggiamento riguardo un abuso edilizio all’isola d’Elba. La giunta della Camera ha negato l’autorizzazione a suo carico.

Messina Alfredo (senatore): è stato indagato per favoreggiamento nella bancarotta di HDC.

Nania Domenico (senatore): condannato nel 1980 a 7 mesi per lesioni quando militava neigruppi di estrema destra. Condannato in primo grado per abusi edilizi. Poi prescritto.

Nespoli Vincenzo (senatore): accusato di bancarotta fraudolenta e riciclaggio. L’aula del Senato ha negato l’arresto.

Nessa Pasquale (senatore): accusato di concussione, il pm aveva chiesto l’autorizzazione all’arresto.

Paravia Antonio (senatore): arrestato per corruzione nel 1995, prescritto nel 2004.

Proietti Cosimi Francesco (deputato): è stato indagato a Potenza con Vittorio Emanuele per la truffa ai Monopoli. Roma ha archiviato. È stato indagato anche nella Capitale per il filone legato agli ambulatorie alla ex signora Fini Daniela Di Sotto.

Russo Paolo (deputato): archiviato per l’ipotesi di reato di concorso esterno in associazione mafiosa quando era Presidente della Commissione parlamentare rifiuti. È stato indagato anche per violazione della legge elettorale.

Scapagnini Umberto (deputato): è stato indagato per abuso di ufficio aggravato per i parcheggi sotterranei a Catania.

Sciascia Salvatore (senatore): condannato a 2 anni e 6 mesi per aver corrotto, quando era capo dei servizi fiscali gruppo Berlusconi, alcuni ufficiali della Gdf.

Simeoni Giorgio (deputato): è stato indagato per associazione a delinquere e corruzione per le tangenti sanità nel Lazio.

Speciale Roberto (deputato): condannato in appello a 18 mesi per peculato da parte della Procura militare perché da comandante della Gdf ha utilizzato per scopi personali aerei della Fiamme Gialle.

Tomassini Antonio (senatore): medico, condannato a 3 anni per falso: durante un parto una bambina nacque cerebrolesa ma lui contraffece il partogramma.

Valentino Giuseppe (senatore): è stato indagato per favoreggiamento, si sospetta che abbia rivelato a Ricucci che era intercettato quando era sottosegretario alla giustizia. Il Senato ha negato l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni.

Verdini Denis (deputato e coordinatore): indagato per l’inchiesta sulle Grandi opere, ora anche per la P3.


Come già detto per la par condicio, anche l'elenco del centro sinistra!


Carra Enzo email: carra_e@camera.it - Ex Dc ed ex Margherita, condannato in via definitiva a 1 anno e 4 mesi per false dichiarazioni al pubblico ministero. Per i giudici, Carra è un falso testimone che, con il suo «comportamento omertoso» e la sua «grave condotta antigiuridica», ha giurato il falso dinanzi al pool di Milano nel 1993, tentando di «assicurare l’impunità a colpevoli di corruzione, falso in bilancio e finanziamento illecito» nella maxitangente Enimont. Eletto alla Camera nel 2008.

Castagnetti Pierluigi email: castagnetti_p@camera.it - Ex Dc ed ex Margherita, ha una prescrizione per corruzione. Il 5 dicembre 2002 il pm di Ancona Paolo Gubinelli ha chiesto il suo rinvio a giudizio per corruzione, accusandolo di aver ricevuto una tangente di 15 milioni di lire nel 1991-92 dall’imprenditore anconetano Luigi Marrino in cambio del decreto di concessione dell’Istituto vendite giudiziarie. Secondo l’accusa, Castagnetti – all’epoca capo della segreteria politica del segretario Dc Mino Martinazzoli – avrebbe accettato quel denaro «per compiere atti contrari ai doveri del suo ufficio rivestito» nell’interesse non solo di Marrino, ma anche di un monsignore di Reggio Emilia, Pietro Iotti, che aspirava a ottenere una quota dell’Ivg. Ma il 15 aprile 2003 il gup Sante Bascucci gli concede le attenuanti generiche e dichiara così prescritto il reato. Eletto alla Camera nel 2008.

Crisafulli Vladimiro email: crisafulli_v@posta.senato.it - Ex Ds, ha visto finire in archivio l’indagine a suo carico per concorso esterno in associazione mafiosa alla Procura di Caltanissetta, nata dal del filmato dei carabinieri che lo ritraeva in un hotel di Pergusa mentre abbracciava e baciava il boss di Enna, Raffaele Bevilacqua, e discuteva con lui di appalti pubblici, assunzioni e favori vari; in un’altra indagine, aperta per rivelazione di segreti d’ufficio dalla Procura di Messina, la sua posizione è stata stralciata con richiesta di archiviazione al gip, che non s’è ancora pronunciato. Eletto al Senato nel 2008.

D’Alema Massimo email: dalema_m@camera.it - Ex Ds, s’è salvato per prescrizione del reato (accertato) di finanziamento illecito nel processo a proposito di 20 milioni di lire in nero versatigli nel corso di una cena, negli anni 80, dal boss delle cliniche Francesco Cavallari, legato alla Sacra corona unita; ha poi avuto un’archiviazione a Reggio Emilia per i presunti fondi neri incamerati dal Pci-Pds; archiviata a Roma anche l’inchiesta per finanziamento illecito nata a Venezia, che lo vedeva indagato con Achille Occhetto e con Bettino Craxi; a Parma invece, dove Calisto Tanzi sosteneva di averlo finanziato con inserzioni pubblicitarie sulla rivista della sua fondazione Italianieuropei, D’Alema è rimasto un semplice testimone; infine la Procura di Milano sta ancora vagliando la sua posizione nell’ambito delle indagini sulla scalata dell’Unipol alla Bnl di Consorte nell’estate del 2005: il gip Clementina Forleo, che ipotizzava un suo concorso nell’aggiotaggio di Consorte, ha trasmesso gli atti alla Procura, sostenendo che non è necessario il permesso del Parlamento europeo per usare nei suoi confronti le famose intercettazioni telefoniche. Eletto alla Camera nel 2008.

Gozi Sandro: Fedelissimo di Romano Prodi, è indagato – secondo «Panorama» – per associazione per delinquere, truffa e violazione della legge Anselmi sulle logge segrete dalla Procura di Catanzaro, nell’ambito dell’inchiesta «Why Not» sui fondi pubblici succhiati da consulenze fittizie e società create da politici calabresi (e non) di destra e di sinistra. «Why Not» è una società di lavoro interinale (appartenente al consorzio Clic) che fa capo al ciellino Antonio Saladino, leader calabrese della Compagnia delle Opere, che nel 2006 avrebbe promesso e forse anche raccolto voti per il centrosinistra.

Laganà Fortugno Maria Grazia email: lagana_m@camera.it - Ex Margherita, la vedova di Franco Fortugno – il medico e vicepresidente del Consiglio regionale calabrese assassinato in un agguato mafioso il 16 ottobre 2005 davanti al seggio dove si vota per le primarie dell’Unione – è indagata in una delle inchieste della Procura di Reggio Calabria sulla malasanità nell’ospedale di Locri, dove il marito era primario in aspettativa e la signora vicedirettrice sanitaria. Ipotesi di reato: truffa ai danni dello Stato, per presunte forniture sanitarie irregolari. Eletta alla Camera nel 2008.

Latorre Nicola - email: latorre_n@posta.senato.it - Ex Ds, è stato indagato a Potenza per favoreggiamento, poi ha visto la sua posizione finire in archivio: ascoltando alcune telefonate di un gruppo di uomini d’affari in rapporti con lui e con l’ex presidente del Perugia Calcio, Luciano Gaucci, i magistrati avevano ipotizzato che fosse stato Latorre ad avvertire l’imprenditore dell’indagine a suo carico. Altre intercettazioni telefoniche l’hanno portato Latorre a un passo dal finire indagato a Milano per le scalate bancarie dei furbetti del quartierino. La sua voce è stata infatti registrata più volte, mentre discuteva con il numero uno di Unipol, Giovanni Consorte, dell’assalto alla Bnl, e addirittura con Stefano Ricucci, impegnato nella scalata al Corriere. Il gip Forleo, quando si è trattato di trasmettere le conversazioni al Parlamento per ottenere l’autorizzazione al loro utilizzo, ha scritto che almeno otto telefonate di Latorre (e D’Alema) attestano «i ruoli attivi ricoperti» nella scalata Unipol a Bnl, «contrassegnati all’evidenza da consapevole contributo causale» all’aggiotaggio addebitato a Consorte. Ora la sua posizione è al vaglio della Procura di Milano, a cui il gip Forleo ha trasmesso gli atti, dopo che il Senato ha negato l’ok all’uso delle intercettazioni a suo carico. Eletto al Senato nel 2008.

Lolli Giovanni email: lolli_g@camera.it - Ex Ds, è imputato in udienza preliminare a Bari per favoreggiamento nell’inchiesta sui presunti abusi della Missione Arcobaleno. Nel 1999 il governo D’Alema lancia l’operazione umanitaria «Arcobaleno» per sostenere i profughi kosovari fuggiti in Albania durante la guerra civile. Secondo l’accusa, durante e dopo la Missione, la Protezione civile allora presieduta da Franco Barberi, grazie a una fitta rete di complicità e amicizie con «esponenti apicali della politica», mise in piedi una «associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la Pubblica amministrazione» (peculato, concussione, corruzione, abuso d’ufficio) e «ogni altro reato necessario o utile per i perseguimento degli scopi illeciti». In pratica la magistratura ritiene di aver scoperto enormi ruberie, tangenti e dirottamenti degli ingenti fondi pubblici stanziati per i profughi, ma in realtà rimasti in Italia. Per questo la Procura barese ha chiesto nel febbraio del 2007 il rinvio a giudizio di 26 persone, a cominciare da Barberi, giù giù fino a Lolli. Nel 1999, quand’era responsabile nazionale Associazionismo e Sport dei Ds, Lolli avrebbe informato due indagati che il loro telefono era sotto controllo, facendo così saltare gli accertamenti in corso da parte degli investigatori. Di qui l’accusa di favoreggiamento. L’udienza preliminare è in corso dal 10 maggio 2007. I reati, a tale distanza dai fatti (l’indagine partì nel gennaio del 2000), rischiano la prescrizione. Eletto alla Camera nel 2008.

Lusetti Renzo email: lussetti_r@camera.it - Ex Dc, ex Margherita, già pupillo di De Mita, già assessore a Roma nella giunta Rutelli, in quest’ultima veste nel 2001 è stato condannato dalla Corte dei conti a risarcire il Comune di Roma oltre 2 miliardi di lire per consulenze ingiustificate. In appello l’importo è stato ridotto di un quinto. Eletto alla Camera nel 2008.

Margiotta Salvatore email: margiotta_s@camera.it - Ex Margherita, è indagato a Potenza per falso ideologico e a Catanzaro, secondo l’Ansa, per abuso d’ufficio. La prima inchiesta è condotta dal pm Henry John Woodcock, che nel luglio del 2006 ha proposto al gip Alberto Iannuzzi di chiedere alla Camera l’autorizzazione a utilizzare conversazioni telefoniche in cui compare anche la voce di Margiotta. Il caso – dov’è indagata anche la signora Margiotta, cioè il capo della Mobile di Potenza, Luisa Fasano, per abuso d’ufficio – nasce dalle indagini che il 6 maggio 2006 portarono all’arresto del faccendiere Massimo Pizza, accusato di aver messo in piedi un’organizzazione specializzata in grosse truffe ai danni di imprenditori. Dalle intercettazioni telefoniche saltò fuori che Fasano e Margiotta parlavano di una contravvenzione per eccesso di velocità fatta all’autista del deputato e, secondo l’accusa, si interessavano per farla annullare. Margiotta avrebbe addirittura stilato una dichiarazione ufficiale, su carta intestate della Camera dei Deputati, per attestare che il suo autista correva perché lui doveva assolutamente arrivare in tempo a una riunione con un importante ministro della Margherita. Di qui l’accusa di falso ideologico. Ma dalle conversazioni della Fasano – sia con il marito, sia con altre persone – emergerebbe anche una fitta rete di rapporti con uomini politici (soprattutto del centrosinistra), amministratori locali, alti magistrati di Potenza (in particolare il sostituto procuratore generale Gaetano Bonomi) e uomini delle forze dell’ordine, finalizzati a interessi personali e di carriera. Di qui l’ipotesi di peculato e rivelazione di segreto d’ufficio. L’inchiesta di Catanzaro, che riguarda anche i coniugi Margiotta, è quella denominata «Toghe lucane» e condotta dal pm Luigi De Magistris: l’episodio per cui sarebbe indagato Margiotta per abuso d’ufficio è il suo presunto ruolo nella nomina di Michele Cannizzaro (marito della pm potentina Felicia Genovese, indagata e trasferita a Roma) a direttore generale dell’ospedale San Carlo di Potenza. Nella stessa inchiesta è indagata certamente per abuso d’ufficio anche la moglie Luisa Fasano, che il 7 giugno 2007 ha subito anche una perquisizione a casa e in ufficio: in quel momento si è appreso che è accusata di aver «influenzato» – dalla postazione privilegiata di capo della Mobile di Potenza – varie indagini aperte dalla Procura, «insabbiandone» alcune, ostacolando l’attività di magistrati e investigatori, operando per «non garantire il genuine andamento dei procedimenti», cercando di «influire sul loro corretto andamento», «insabbiandone» alcuni e favorendo «il
ruolo politico del marito» deputato. Letta la notizia sull’Ansa, Margiotta ha smentito di essere sotto inchiesta («non mi risulta essere indagato e comunque che non ho ricevuto alcun avviso di garanzia»), confermando che invece lo è la sua signora. Eletto alla Camera nel 2008.

Papania Antonio email: papania_a@posta.senato.it - Ex Margherita, il 24 gennaio 2002 ha patteggiato davanti al gip di Palermo una pena di 2 mesi e 20 giorni di reclusione per abuso d’ufficio. La vicenda risale al 1998. Papania, all’epoca assessore regionale al Lavoro, venne coinvolto in un’inchiesta condotta dalla Procura di Palermo su una compravendita di posti di lavoro. Secondo i magistrati, alcuni esponenti di un sindacato, il Failea, avevano promesso assunzioni a quindici ex detenuti in cerca di lavoro in cambio di somme di denaro che arrivavano fino a 3 milioni di lire. Per le assunzioni i sindacalisti si sarebbero rivolti a pubblici ufficiali e politici. A Papania, che aveva dato lavoro a disoccupati privi dei titoli richiesti dalla legge, i pm avevano contestato il concorso esterno in associazione a delinquere e l’abuso d’ufficio. La prima accusa è stata però archiviata dal gip. Secondo gli investigatori, Papania era stato contattato dall’organizzazione, guidata da Francesco Paolo Alaimo, arrestato, per ottenere l’inserimento dei disoccupati. In un’intercettazione ambientale Alaimo parlava con un altro indagato di una percentuale del 3 per cento da pagare a Papania solo quando fosse riuscito «a far traghettare i soldi gestiti dalla Regione a un’associazione costituita appositamente suggerita dal politico». Secondo Papania però non vi fu mai nessuna promessa di tangente. L’indagine ha riguardato piani di inserimento professionale, cantieri di lavoro, lavoratori socialmente utili, precari tante volte scesi in piazza per sollecitare assunzioni, scatenando proteste con incidenti. Eletto al Senato nel 2008.

Rigoni Andrea email: rigoni_a@camera.it - Ex Margherita, è stato condannato a 8 mesi di reclusione in primo grado per un abuso edilizio sul monte di Porto Azzurro, all’isola d’Elba, insieme alla madre, alla sorella e al direttore dei lavori. In appello, poi, si è salvato grazie alla prescrizione del reato. Eletto alla Camera nel 2008.








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